Digiuniamo insieme per nutrirci di Dio ed aver fame di giustizia
“Venerdigiuniamo”: è il titolo-slogan della proposta del Patriarcato di Venezia per il tempo di Quaresima 2010. Un invito a riscoprire il senso del digiuno nei sei venerdì che conducono alla Pasqua, saltando del tutto il pranzo e dedicando quel tempo alla preghiera e all’ascolto della parola di Dio. Un gesto molto intimo e personale potrà anche assumere una dimensione quasi “pubblica” e di reciproca testimonianza: chi vorrà aderire, infatti, potrà decidere di iscriversi e condividere con spirito comunitario il proprio impegno.
Per consentire a chi sta digiunando di raccogliersi in preghiera, la nostra chiesa resterà aperta tutti i sei venerdì di Quaresima
dalle ore 12.00 alle ore 13.00 e
dalle ore 18.30 alle ore 19.30
offrendo, dopo la preghiera, un pranzo o una cena poveri a base di uova, qualche grissino e acqua (chi desidera può portare delle uova): quanto si risparmierà, saltando il pranzo o la cena, sarà devoluto per le iniziative del Centro Missionario Diocesano.
«Con questa proposta – spiega mons. Valter Perini, vicario episcopale per l’Evangelizzazione e la Catechesi – abbiamo cercato di sottolineare uno degli aspetti caratterizzanti la Quaresima. Il digiuno non è infatti l’unico aspetto, gli altri sono la preghiera e la condivisione, cioè l’apertura verso le necessità dei poveri. Il digiuno è un modo per dimostrare che l’uomo non vive di solo pane, ma anche di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Non è un segno di disprezzo per le cose materiali, ma è l’affermazione che l’uomo è certamente più di quel che mangia, più di quel che possiede. Sottolineare il digiuno significa dunque sottolineare la dimensione trascendente». Non solo: «L’altro aspetto importante del digiunare – osserva ancora mons. Perini – è che esso è una forma di partecipazione solidale alle persone che non hanno di che mangiare. E’ uno scandalo del nostro tempo e con il digiuno diciamo a noi stessi, prima ancora che agli altri, che non è più sopportabile l’idea che vi sono persone che stanno troppo bene e altre che stanno troppo male».
Tutti questi contenuti saranno esplicitati nei sussidi che le persone troveranno all’interno delle chiese aperte durante l’ora di pranzo: sei diversi spunti – ciascuno per ogni venerdì – con queste tematiche di fondo: tempo, terra, fuoco, relazioni, acqua, aria. Poche righe, in calce a brani tratti dal Vangelo oppure dai testi dei Padri della Chiesa, per puntare l’attenzione su temi attualissimi: dagli sprechi dell’acqua alle spese inarrestabili per le armi, dalla produzione abnorme di rifiuti nei Paesi occidentali al tempo sprecato davanti alla tv ecc. Una sorta di “buoni pasto per l’anima”, come li chiama don Gianni Fazzini, responsabile dell’ufficio Stili di Vita della diocesi che ha ideato la formula “Venerdigiuniamo" e ha predisposto i materiali che potranno aiutare le persone nel momento del raccoglimento. «Il digiuno -afferma – è un modo per sapersi distaccare dalle cose materiali, dai beni della terra, economia compresa non a caso invitiamo coloro che aderiranno alla proposta di Quaresima a devolvere quanto risparmieranno con il digiuno alla colletta “Un pane per amor di Dio”». Con il digiuno e la preghiera – si legge inoltre nel volantino che illustra la proposta di Quaresima – “permettiamo a Lui di venire a saziare la fame più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo: la fame e sete di Dio. Al tempo stesso, il digiuno ci aiuta a prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli”.
Carità, comunione, e riscoperta della dimensione spirituale della vita sono dunque gli ingredienti principali di “Venerdigiuniamo”. «E’ proprio questo – aggiunge don Fazzini – il senso del digiuno, una pratica antica che oggi tra i cristiani si è persa ma che, grazie al distacco dalle logiche materiali di questo mondo, ci apre alla spiritualità e all’ascolto di Dio».